WOODY ALLEN ERA IN PLATEA – di Valentina Palmucci

Woody Allen era in platea… non c’è altra spiegazione! Valentina 2012

Questo pomeriggio ho visto l’ultimo film di Woody Allen dal titolo “Fantasmi e tavolini parlanti”…. ops, scusate dal titolo “Magic in the Moonlight”, e man mano che assistevo allo spettacolo un dubbio mi ha assalito: per caso Woody Allen, sotto falso nome o nascosto nel buio di un palchetto, ha assistito ad una replica di Fantasmi? Ora, a tutela di chi non ha visto il film, cosa che vi invito a fare, o per chi non ha ancora visto lo spettacolo “Fantasmi e tavolini parlanti”, grave mancanza alla quale potrete rimediare in primavera, non voglio rivelare troppi dettagli relativi ad entrambi i lavori, ma vi assicuro che ci sono alcuni dialoghi del film che sembrano fortemente ispirati al copione teatrale, per non parlare del tema trattato e della presenza di personaggi, di evocazione orientale, che tornano in entrambe le sceneggiature. Quindi, escludendo che davvero il noto regista americano sia entrato di soppiatto in teatro, passando del tutto inosservato, resta solo una riflessione da fare: lo spettacolo teatrale tratta un tema, quale quello della medianità e dello studio serio e scientifico del mondo del paranormale, passando attraverso lo smascheramento dei finti sensitivi o degli scaltri illusionisti, un tema assolutamente attuale e che anzi negli ultimi tempi, soprattutto oltreoceano, sta riscuotendo molto interesse. Non è un caso dunque che un regista del calibro di Woody Allen abbia deciso di parlare di falsi medium, chiaramente nel suo suo stile pungente e dissacrante, ma allo stesso tempo lasciando lo spazio a domande sul senso della vita e su quello che ci aspetta dopo la morte, rispetto al quale in effetti poco o nulla sappiamo. Nel film, così come nello spettacolo teatrale, si apre il dibattito tra i fautori di un visione materialistica della vita e coloro che invece, spinti dal desiderio di ricerca e di trovare una risposta alle domande esistenziali dell’uomo, si confrontano con la possibile esistenza di un aldilà, purtroppo a volte incappando nel ciarlatano di turno. Woody Allen risolve la questione sul piano umano delle emozioni e dei sentimenti, mentre in realtà, per chi vuole affrontare la faccenda in maniera seria e scientifica, la strada sembra esistere… basta cercare! Sempre inerente questo filone cinematografico vale la pena segnalare anche un altro film recentemente uscito in Italia e che negli USA ha riscosso un certo interesse dal titolo “Il paradiso per davvero”, adattamento cinematografico che ricalca il successo editoriale “Heaven is for real: a little boy’s astounding story of his trip to heaven and back”, scritto da Todd Burpo e Lynn Vincent e che racconta la storia vera di Colton Burpo, un bambino di 4 anni, il quale dopo un’operazione d’urgenza in cui ha rischiato di perdere la vita, guarisce e comincia a raccontare di essere stato in Paradiso e di avere fatto numerosi incontri: gli angeli, Gesù e soprattutto alcuni componenti della sua famiglia scomparsi prima che lui potesse conoscerli, suscitando ovviamente lo stupore e l’incredulità dei suoi familiari.

CAMBIAMENTI – di Fabrizio Leone

fabrizio leone

Si fa silenzio dietro il sipario, la gente entra in sala. Attori e macchinisti, tecnici e comparse, tutti si chiudono in se stessi un attimo prima di fare il grande salto… che lo spettacolo abbia inizio!

Sono passati diversi mesi oramai dai giorni trascorsi nel piccolo borgo di Montecarlo, eppure il ricordo di quei momenti è vivido nella mia mente. La breve esperienza nell’aiutare la “Compagnia Teatrale Archeosofica” nel suo straordinario lavoro è stata a dir poco edificante!

L’amicizia che ci unisce è limpida. Alcuni anni sono trascorsi da quando fu messo in scena il primo spettacolo, “Lavinia”, e da allora molte cose sono cambiate. Le persone più o meno sono le stesse ma il loro animo è diverso, come se fossero più “grandi”. Non avrei davvero mai immaginato che il teatro così concepito potesse diventare un mezzo per un lavoro di natura interiore. All’epoca di “Lavinia”, esperienza indimenticabile, ero anch’io trascinato da una passione ardente: passione di uomini e donne, di amici, che volevano dare il meglio di sé, affinché il risultato fosse il più perfetto possibile. Questo ardore, al pari di un fuoco divampante, se non si sa gestirlo, può anche diventare pericoloso. Gli spettatori possono rimanere esageratamente impressionati o gli attori stessi potrebbero farsi sopraffare dalle emozioni personali o, diversamente, esaurire le proprie energie troppo velocemente. Oppure al contrario si può scadere nel ridicolo, cosa assolutamente da evitare. Ed ecco il risultato oggi… Ho visto le stesse persone che hanno imparato a maneggiare questo fuoco, alla maniera di un fonditore, che dosa la temperatura della fornace, cosicché riesca a compiere il proprio lavoro egregiamente. Gli amici e le amiche che ho avuto l’onore di accompagnare, hanno imparato ad ammaestrare l’ardore che li caratterizza per farne uno strumento con cui trasmettere il messaggio divampante negli animi di coloro che osservano. E questo è solo l’inizio.

FROM ISABEL TO BRIGITTE – di Dawn Stote

Dearest Brigitte,guji 2

Che avventura! Sono appena rientrata da un viaggio in Giappone. Ho deciso infatti che era molto meglio osservare con i miei occhi come sono fatti i giapponesi e indagare la loro cultura, soprattutto dopo i recenti avvenimenti. Ricordate che ne parlavamo in casa Kruger? Dopo sono tornata, come sapete, ho assistito ad un rito per la cara defunta Arabella nel salotto di Frau Margit… A dire il vero ho organizzato io stessa l’evento, assieme alla duchessa Von Schmelling, con risultati inaspettati e assai spiacevoli. Chi l’avrebbe mai detto! Altro che Guji !!! La mia ingenua fiducia mi è costata molto. Ancora non capisco del tutto come sia successo… Can you imagine che vergogna!

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